Usui Mikao e la macchina del tempo

Bronwen and Frans StieneArticles, Italiano Leave a Comment

Dr Who Phone Box

Usui Mikao and the Time Machine translated into Italian
by Bronwen and Frans Stiene
Translated by Marina Anna Fellner

Una fiction

In una fresca serata del Marzo 1926, Usui Mikao saliva lungo il sentiero accidentato che porta al Monte Hiei; una montagna vicino Kyoto dedicata alle tradizioni del Buddhismo Tendai. Egli portava un cestino con della frutta e si godeva l’aria frizzante, quando si interruppe il suo cammino. Lì, scintillante sotto la luce della luna, vi era un box blue rettangolare con sopra una lampada lampeggiante; abbastanza grande, a quanto pareva, da poter contenere una persona in posizione eretta. In alto con caratteri stranieri vi erano le parole POLICE BOX. La sua lettura della lingua inglese era adeguata grazie ai suoi studi e viaggi. Nessun padrone di questo box era in vista. Nella quiete della sera, Usui ponderò sul suo significato. Qualsiasi cosa aveva un significato nella vita, se si ha cura di osservarla da questa prospettiva.

Usui conosceva bene questo percorso. Era la strada sul retro del principale tempio di Amidha e non veniva percorsa regolarmente a quell’ora della notte. Chi poteva aver mai portato questo strano box in questo posto e averlo lasciato qui? Egli posò il cestino per ispezionare il box blue. Lentamente, gli girò intorno, muovendo con curiosità gli occhi su e giù lungo le pareti. Egli tirò quella che sembrava essere una maniglia di porta su un lato ed il box blue si aprì. Usui entrò dentro e la porta si chiuse.

Uno strano suono iiiuuuiiiiuuu uscì dal box ed esso scomparì dal Mt Hiei.

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Uscendo timidamente dalla macchina dei miracoli, Usui si trovò in un corridoio con una arietta esotica. Si diresse con passo felpato verso una porta da cui proveniva un tambureggiare continuo. Sulla porta vi erano altre parole straniere: STASERA CONDIVISIONE REIKI, 1 Dicembre 2007, TUTTI SONO BENVENUTI.

Vi erano alcuni tipi di kanji giapponesi vicino alle parole che avrebbero potuto essere una versione semplificata di REI e KI: energia spirituale. Egli si chiese se questo fosse il reiki di cui si diceva che sarebbe stato “condiviso” ed era davvero il 2007 ?

Aprì la porta e vide qualcosa di insolito. Seduti a gambe incrociate sul pavimento vi erano un paio di persone che battevano furiosamente su dei tamburi e salmodiavano; negli angoli vi erano degli altri, che giravano seguendo il ritmo come dei dervisci ubriachi; e nel centro della stanza vi era un tavolo circondato da corpi. Usui intravide tra di loro una persona stesa sul tavolo – apparentemente addormentata in mezzo a quel baccano. Quelli intorno al corpo muovevano le mani su di esso o le posavano in posizioni che ricordavano in qualche modo la pratica Tenohira (Guarigione con i palmi, NdT).

Gli occhi di tutti nella stanza erano chiusi.

“Chiedo scusa”, sussurrarono dietro di lui ed egli si spostò di lato per consentire a qualcuno di entrare nella stanza ed unirsi a quelli seduti. Usui li imitò cercando di farsi notare il meno possibile, ma inciampò quando uno di quelli che rigiravano su se stessi uscì dall’angolo ed andò a sbattere sul suo fianco. Gli occhi di costui si spalancarono momentaneamente per fissare Usui.

Seduto in seiza, egli guardò affascinato lo spettacolo intorno a se. Lungo i muri vi erano dei poster di fiori di loto illuminati dal sole e cime di montagne coperte di neve. Un poster mostrava la forma umana con delle strane ruote colorate che vi giravano disposte lungo la sua forma.

In fondo alla stanza vi era un tavolo con candele, ed una statua di una divinità Indiana. Al centro vi era una grande foto di un qualcuno che aveva davvero una apparenza familiare. Si sforzò per vedere più chiaramente l’immagine, quando gli mancò il respiro. Sicuramente, quello era lui, Usui Mikao.

I tamburi si fermarono, il che indusse gli agitati e le persone vicino al tavolo ad arrestarsi. Si formò un cerchio di persone sedute per terra, ed uno dei suonatori di tamburo parlò.

“E’ stato favoloso, gente. Jenny, adesso tu puoi scendere dal tavolo. Wow! Sembri galleggiare nello spazio! Ho potuto davvero sentire quella energia cattiva che ti abbandonava mentre tu eri sdraiata lì. Potevi sentirla? Si? Forte!”

Altri condivisero le loro impressioni di cosa avessero sentito, compreso un corvo che beccava fiori violetti dai piedi ed una vecchia donna Indiana Cherokee che le girava intorno.

Il suonatore di tamburo guardò dritto verso Usui.

“Benvenuto anche al nostro nuovo amico. Sembri un po’ pallido, il lavoro dell’energia può essere piuttosto faticoso se non ci sei abituato. Forse ti piacerebbe sdraiarti sul tavolo per la prossima condivisione.”

Usui fu aiutato a salire sul tavolo, dove giacque rigidamente, attendendo di vedere cosa avrebbero fatto queste persone e domandandosi se la sua vita fosse minacciata in un qualche modo.

” Ai nostri nuovi amici vorrei dare un po’ di informazioni su chi siamo e su cosa facciamo qui in questo centro. Il vero Reiki fu insegnato da Buddha a pochi studenti selezionati e fu poi passato segretamente in Tibet fino a quando fu riscoperto da un signore giapponese chiamato Mikao Usui. Oltre ai suoi insegnamenti regolari di Reiki, egli passò effettivamente ad alcuni studenti questi insegnamenti segretissimi. Noi siamo l’unico centro Reiki al mondo a conoscerli e li pratichiamo qui nel nostro Centro Reiki.

Ciò che facciamo è questo: quando salite sul tavolo da Reiki, noi canalizziamo energia nel vostro corpo per guarirvi. Se indossate un orologio, è meglio che ve lo togliate poiché la potenza di questi trattamenti potrebbe romperlo. “

Usui si mordeva la lingua per non parlare. Quest’uomo stava davvero parlando di lui? E cosa aveva lui a che fare con Buddha? Quest’uomo era fuori di testa? E il Tibet? La sua pratica non veniva dal Tibet, e lui non aveva mai ‘riscoperto’ una qualche insegnamento segreto e neppure lo aveva chiamato Reiki. Usui ripensò alla propria pratica personale e si domandò come mai i suoi semplici insegnamenti erano diventati così distorti ed irriconoscibili. Tutti sanno cosa è Reiki… energia spirituale, e perché quella persona faceva delle affermazioni simili? E cosa erano tutti quei tamburi, i balli, il tavolo? Prese in considerazione persino l’opportunità di spiegare a quell’uomo che, a prescindere da quali fossero i “poteri” di questa gente, solo lui poteva guarire se stesso, anche se da parte di quell’uomo era gentile offrirlo!

Invece, Usui raccolse le proprie cose e scappò. Ne seguì un temporaneo silenzio pieno di meraviglia nella condivisione fino a quando il suonatore di tamburo annunciò fiduciosamente all’assemblea: “A volte Reiki può sopraffare un po’; questo signore tornerà sicuramente.”

Usui schizzò verso il box blue e chiuse la porta dietro di se.

Ancora una volta, quel suono agghiacciante eeeuuueeeuuu si levò da dentro il box che scomparve.

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La testa di Usui emerse dal POLICE BOX mentre si guardava cautamente intorno per vedere dove era ‘atterrato’. Era da qualche parte sicuramente nuova. Davanti a lui vi era una stanza con piastrelle bianchissime con un grande rettangolo che rifletteva il suo volto scioccato, un lungo guscio bianco (grande abbastanza da giacervi dentro, pensò) ed un sedile bianco riempito curiosamente d’acqua.

Lasciando questo curioso spazio dietro di se, si diresse attraverso la casa fino a che arrivò ad una stanza che annunciava le parole:

JAN REIMER, REIKI MASTER, VEGGENTE e CANALIZZATORE

SILENZIO! SESSIONE IN CORSO: 01/12/2007

Lui sapeva che questo segnale era per lui – un’altra sfida messa nel 2007 relativa alla parola REIKI o energia spirituale. Come è possibile, ponderò, che qualcuno possa dominare reiki? Forse la risposta a questa domanda era dietro la porta chiusa.

All’interno, la stanza era gremita di gente seduta in tutti i modi. Alcuni erano appoggiati al muro, mentre altri erano seduti per terra. Erano tutti in silenzio, ed ascoltavano e guardavano apparentemente affascinati una donna seduta su una sedia diritta contro il muro. I suoi occhi erano chiusi e lei borbottava. Non desiderando attirare l’attenzione su se stesso, Usui si sedette a terra vicino alla porta. Le parole di lei divennero gradualmente più chiare mentre parlava con una voce profonda ed enfatica

“Sono così onorata… di vedere… tanti miei… fedeli amici qui.. stasera… Sono anche… felice.. di condividere con voi… alcune grandi notizie.. che io… avevo mai prima… condiviso con i miei studenti. Voi… siete i saggi… che porteranno questa conoscenza.. fuori.. nel mondo.

Guardate la mia mano… mentre disegno.. per voi.. un nuovo simbolo Reiki… un simbolo che creerà pace.. su tutte le terre. Quando muoverò la mia mano.. il movimento di pace inizierà.”

Essa disegnò un arco con la mano e lo terminò nell’universo.

“Così sia! O il mio nome… non è… Dottor Mikao Usui.”

La gente fece “aah” muovendo le mani all’unisono inviando pace al mondo mentre Usui tremava nervosamente.

“C’è qualcuno che ha delle domande per il Dottor Usui prima che se ne vada?” chiese un’altra donna della folla.

Usui fuggì dalla porta mentre la pantomime continuava. Egli percorse rapidamente il corridoio e tornò nella stanza piastrellata di bianco. Qui, egli si infilò nel porto sicuro del box blue. Lo stridio ormai familiare eeuuueeeuuueeeuuu lo portò lontano, molto lontano.

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La porta blue della macchina del tempo si aprì su una tranquilla notte del Mt Hiei. Lì sull’erba c’era il cestino di ortaggi di Usui come se lo avesse appena posato. Riprendendo il cestino, si incamminò lentamente sul fianco del monte, mentre la sua mente rivisitava la sua avventura nel futuro.

Non vi era alcuna spiegazione per quello che aveva sperimentato. Era quasi come se egli fosse entrato in un mondo futuro alternativo. Forse non era alternativo ma era semplicemente la verità.

Se era così, poteva cambiare così tanto in soli 80 anni? Nel suo nome venivano fatte cose strane nelle nazioni anglofone così distanti dalla sua patria, il Giappone. Lui era diventato un dottore che era diventato una icona! Egli non era dottore e certamente non una icona.

Le cose che aveva udito dire a suo nome non sarebbero mai uscite dalla sua bocca. Esse erano semplicemente non vere. Egli non sapeva nulla di insegnamenti o “poteri” Tibetani. Egli insegnava agli altri ciò che lui stesso praticava, niente di più, niente di meno.

L’indomani sarebbe andato a Fukuyama per aiutare la gente a ritrovare armonia nella loro vita. Sarebbe stato proprio ben contento di lasciarsi alle spalle questa sconvolgente esperienza.

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Post Script:

Sensei, accettando gli inviti, andò a Kure e poi a Hiroshima e Saga, e raggiunse Fukuyama. Inaspettatamente, si ammalò e morì. Era il 9 Marzo del 15° anno del Taisho (1926 A.D.), all’età di 62 anni.

Tratto da Reiho Choso Usui Sensei Kudoko No Hi

(Memoriale dei meriti di Usui Sensei, fondatore del Reiho)

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